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Visualizzazione dei post da luglio, 2010

Asian Food, jazz&rock, battesimi

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Stufa di fare fatture a ciclo continuo (ebbene sì, da stasera sono in ferie e non vedo ancora la luce in fondo al tunnel) e colpita da una inspiegabile ansia che mi stringe lo stomaco in una morsa, mentre Steven Tyler mi impedisce di crollare addormentata sulla tastiera del pc cantandomi nelle orecchie "I was crying when I met you, now I'm trying to forget you", ho deciso che potevo anche fare una pausa e aggiornare il blog. Iniziamo dall'altra sera. Siamo andati a cena in un ristorante sino-giapponese o nippo-cinese, a seconda delle preferenze. Il bello è che ho finalmente potuto togliermi la voglia di cibo cinese, pur in compagnia di persone che non lo mangerebbero nemmeno se l'alternativa fosse la morte per fame. Il giapponese è buono, per carità, ma il cinese mi dà un sacco di soddisfazione in più. Inoltre avevano pure il mio favoritissimo sorbetto alla mela verde. La cena era propedeutica a un concerto jazz dove il prode Hornbraker ci aveva riservato dei pos

Rose e Tequila

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Giovedì sera sono andata con la Ballerina a cena, solo noi due, ristorante messicano. Lei, reduce da una giornata a dir poco faticosa, io un po' meno stanca, ma non proprio una rosa di maggio. E a proposito di rose, a un certo punto il tipico venditore ambulante che faceva il giro fra i tavoli ce ne poggia due sul tavolo, e alle nostre proteste dice "No no, niente soldi, regalo, regalo" indicando il tavolo a fianco al nostro, occupato da quattro tizi. Non esattamente dei gioielli di uomini, però, penso, che gentili, hanno fatto del bene comprando le rose e in più hanno fatto un gesto carino a regalarle a noi. Pensavo che questo genere di cose accadessero solo in certi film. Comunque, per niente impressionate, continuiamo la nostra cena. Chiediamo il conto e un caffè, ma arriva solo il caffè. Aspettiamo qualche minuto, poi, visto che ci eravamo date appuntamento con la Sfinge al solito bar, ci alziamo per andare a pagarlo direttamente alla cassa. Al che il cameriere ci blo

Magic potions

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Sono una persona molto fisica. Non verso chiunque, naturalmente, non è che mi metta ad abbracciare le persone per la strada. E non mi piace il contatto con persone che non conosco o che hanno un modo di fare viscido. Ma adoro abbracciare coccolare e baciare le persone a cui voglio bene, mi piace mostrare loro il mio affetto a livello fisico, anche solo tenere la mano mentre parliamo. Lo so, è estate, sentir parlare di abbracci e contatto fisico con questi climi non è il massimo, ma io non soffro particolarmente il caldo. E comunque, per fortuna delle persone che frequento, sento quando il contatto fisico non è apprezzato dall'altra parte, sento la rigidità nella persona che ho di fronte quando questa vive le mie esternazioni non come amichevoli, ma come un'invasione del suo spazio vitale. Ora, nella mia ormai non più tanto breve esperienza del mondo e della vita, ho sempre diviso le persone in  abbracciabili  e in  non abbracciabili , divisione che mi ha consentito di evitare

Reclami

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Ah, la fama, che amante volubile! Gli affezionati ed inestimabili lettori del mio blog si stanno prendendo un po' troppe licenze ultimamente. Siamo arrivati ai reclami, addirittura! L'altra sera mia sorella ha sporto un reclamo. Perché è l'unica persona citata sul mio blog alla quale non ho affibbiato un soprannome. Il problema è che i soprannomi sono dati da un aspetto o una caratteristica che mi colpisce delle persone di cui parlo. Infatti al momento di trovare un soprannome a mia sorella, tabula rasa . Perché lei per me ha tanti soprannomi, ma glieli ho dati tutti nel corso degli anni, solitamente sono un po' imbarazzanti e non sono strettamente legati a una sua peculiarità. Se non fosse mia sorella ne avrei molti qui pronti sulla punta delle dita, ma il fatto che la conosca così approfonditamente un po' mi inibisce. Però alla fine, dopo lunga riflessione, e rischiando un'accusa di plagio (perché, mi duole dirlo, ma questo nomignolo molto azzeccato le è stat

Sfiga nera

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Ovvero: le (dis)avventure della mia amica CìCì. Come premio di consolazione - so che non è molto - ho deciso di omaggiarti pubblicamente. Spero che ti faccia piacere. Dopo aver passato tre giorni a casa da mia madre, tre giorni passati a spendere un botto di soldi e a farmi bucare e visitare da vari medici, sono tornata a Milano. Per andare al Bar Bianco, come già scritto, ma anche perché il giorno dopo sarebbe arrivata la mia amica CìCì, che mi ha chiesto ospitalità per una notte. A parte il caldo assurdo, ci siamo fatte una bella cenetta, poi a casa presto perché lei aveva un treno all'alba. L'ho salutata alle 5.25 e mi sono rimessa beatamente a dormire. Alle 13.30 poi mi chiama. "Ciaooooo, allora, com'è andata? Tutto bene? Stai per tornare?" "Nooooo, non sono nemmeno arrivata a destinazione!" "Ma come?? - e, pensando ai suoi ritardi cronici - Ma hai perso il treno?" "No, ero in stazione largamente in anticipo, siamo partiti in orario,

Zanzare mannare

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Sono cresciuta tra due fiumi, in mezzo alla pianura umida. Sono abituata alla nebbia in inverno, sono abituata alle estati bollenti. Ho anche studiato a Venezia, dove ho scoperto che la mia pur umida città non era che una bazzecola al confronto. Sono abituata anche alle zanzare; sono abituata e so anche come cercare di contrastarle; quelle di Venezia erano, tra parentesi, decisamente più aggressive e molto più resistenti a qualunque mio tentativo di tenerle lontane. Ciò premesso, posso dire di ritenermi abbastanza ferrata in materia, ma ci sono momenti in cui non ci sono altre armi se non la rassegnazione e la speranza che le zanzare di Milano non amino la movida. Ieri sera siamo andati a prendere un aperitivo al Bar Bianco. L'anno scorso ci andavamo quasi tutte le settimane, quest'anno per un motivo o per l'altro non ci eravamo ancora riusciti. E per giunta non siamo nemmeno riusciti a prendere il tavolo in terrazza. In ogni caso, eravamo un bel gruppetto, la Ballerina, S

Centauri

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Sono in ferie. Non voglio girare il coltello nella piaga dei miei amici che stanno lavorando come apine operose. Sono l'unica ad essere in ferie questa settimana. Mi spiace crearvi travasi di bile perché vi voglio bene, ma vi dirò… ci voleva. Ci voleva proprio. Dopo 2 anni sono riuscita ad avere anche io diritto alla mitica "settimana pre-estiva", e la cosa mi suscita non poco entusiasmo. È come vivere in un lunghissimo week-end, con la differenza che i negozi e i servizi sono aperti. Tutti lavorano. Io no. Ahahahah. Bene. Le mie ferie sono iniziate alle ore 18 e zero-zero di venerdì 9 luglio. Per festeggiare, pizza in compagnia; una pizza di tali bibliche dimensioni che ci si sarebbe potuto agevolmente sfamare un villaggio sub-sahariano. Il sabato, vergognandomi non poco delle condizioni di casa mia, mi sono messa di buzzo buono e ho fatto le pulizie "di fino". Con 32 gradi di temperatura non è stata impresa risibile. Ma ne è valsa la pena, se la Ballerina, in

Clima

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Clima è l'amante della Bucaniera; è rinfrescante in estate e tiene caldo in inverno, ed è quindi l'amante ideale. Persino le donne più indipendenti e forti amano stare sotto di lui. Clima considera tali le ammucchiate solo quando ci sono altri uomini, se no per lui almeno 3 donne alla volta è la normalità; e la Bucaniera, nonostante la sua gelosia, lo condivide volentieri con le amiche. Tanto sa che torna sempre a casa. Anzi, che non si muove proprio da casa.   Lunedì sera Clima ha avuto il piacere di vedere 3 belle donne prostrarsi ai suoi piedi. Piedi... Diciamo piedi per estensione. Ha ascoltato tutti i nostri pettegolezzi; i nostri pensieri più riposti; i sogni a dir poco assurdi di alcuni (la ballerina aveva chiaramente mangiato pesante. O aveva mangiato troppo poco, per poter avere idee così balzane). Peccato che non siano usciti pettegolezzi particolarmente piccanti, non deve essersi divertito troppo. Clima è bianco e rettangolare, e sta appeso sopra il divano. Deve e

Stupore

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È bello quando le persone che ti circondano ti stupiscono, fanno cose che non ti aspetti, ti dimostrano una volta di più che ti vogliono bene. Ti rimette in pace col mondo e con la razza umana. Parlo di piacevole stupore, non di stupore tipo: "Ma veramente il mio vicino di casa che era tanto gentile e carino è stato arrestato con l'accusa di essere un serial killer??". No. Più una cosa del tipo "Ma allora quella tal persona mi considera davvero una sorella, se no non avrebbe fatto tanto per me". Il fine settimana che è appena trascorso è stato generoso in questo senso. Sono ancora stupita per cose che sono successe, che mi sono state dette, per messaggi inaspettati. Vincono gli uomini 4 stupori a 1. E non capisco se c'era qualche sostanza strana nell'aria che li ha fatti sbroccare o se il mio stupore deriva dal fatto che non li capisco. Immagino già mia sorella, CìCì e la Psicologa che annuiscono io coro, pensando "eh, direi la seconda". Ma d

Le nevole

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Finalmente è arrivata l'estate.  Non si muove una foglia, in giro non c'è nessuno, nell'aria c'è un profumo di zampirone che mi catapulta indietro di almeno 20 anni. Lo zampirone è la mia madeleine. La stanza mia e di mia sorella nel grande palazzo, la volta alta sopra di me, il muro freddo, la consolle stile impero con il vaso greco a disegni rossi, i quadri inquietanti con i santi e quelli frivoli con le damine francesi, il rumore dei piccioni nel sottotetto, l'odore dello zampirone, le voci roche dalla strada, la luce arancione dei lampioni e i rintocchi dell'orologio della chiesa di San Domenico. La prima sera non riuscivo mai a dormire, mi sentivo spaesata per essere stata catapultata dalla mia vita borghesemente normale in Piemonte alla vita un po' rigida di casa di mio nonno; e quella Santa Lucia che stava proprio di fianco al mio letto, con i suoi occhi sul piatto e una palma in mano mi metteva un po' d'ansia. Ché poi, in quel dipinto come in