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Visualizzazione dei post da novembre, 2010

Schizofrenici del sabato sera

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Sabato sera sono andata a cena con la Periferica (new entry nel blog) e lo Chef in uno dei miei ristoranti preferiti. Che, si dà il caso, è anche uno dei primi ristoranti in assoluto dove sia andata dopo essermi trasferita a Milano. Il primo anno che abitavo qui, volendo festeggiare il mio compleanno con gli amici che venivano in visita, ho chiesto consiglio all'ormai milanesizzato amico A. Mi ha consolato il fatto che anche lui si sia rivolto a un suo collega per avere suggerimenti. Collega che voleva farmi conoscere, che mi aveva descritto come l'uomo perfetto "è pieno di interessi, pensa, balla il tango, sono sicuro che ti piacerebbe un sacco". Comunque, il provvidenziale collega ha suggerito due posti, uno troppo lontano (vicino a casa di A.) e pertanto caduto immediatamente nel dimenticatoio, l'altro, il prescelto, in zona abbastanza comoda, ma soprattutto molto carino e gestito bene, e non inaccessibile dal punto di vista dei prezzi. Ricordo di aver telefona

Insolita densità di avvenimenti

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Ho latitato, lo so. Ma ho un buon motivo, che si può riassumere in tre semplici parole: mancanza di tempo. Dopo le mie avventure alluvionali a casa, ho avuto una settimana a dir poco folle, per i miei standard, si intende. Sembra che tutti i fornitori, clienti, colleghi degli altri uffici europei, abbiano deciso di venire a farci visita nel giro di 10 giorni scarsi. Il che mi ha consentito di (nell'ordine): - fare cose diverse rispetto alla solita noiosa routine lavorativa - fare una gita nell'hinterland torinese, e capire che avrei dovuto lavorare come commerciale, vista l'entità del rimborso spese - essere invitata a una cena e due pranzi - conoscere un fornitore, uomo bellissimo di cui mi sono istantaneamente innamorata, anche se come sempre è un amore impossibile. Mi ha regalato una scatola di cioccolatini belgi, come se conoscesse i miei gusti, e penso a lui con un sospiro ogni volta che ne mangio uno In aggiunta a quanto sopra, che mi ha portata ad accumulare una ce

Flooded

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Un normale giovedì mattina. Mini cucina del mio mini appartamento senza porte. Come ogni mattina, ancora intontita dal sonno ma già in ritardo sulla tabella di marcia che mi porterà a timbrare il cartellino in ufficio, apro lo sportello del pensile nel quale si trova lo scaldabagno in compagnia di vari utensili da cucina. Con un attimo di lucidità impensabile a quell'ora del mattino, mi accorgo che c'è un po' d'acqua sul fondo del pensile. Sposto varie ciotole e mi accorgo che sono piene d'acqua anche loro e a quel punto noto la gocciolina che pende dal bordo dello scaldabagno. Se fossi propensa a bestemmiare probabilmente questo sarebbe il punto della storia in cui tiro giù un paio di moccoli, invece, con una rassegnazione che mi è assai più consona, tolgo tutto dal pensile, stendo sul fondo uno straccio e metto una ciotola in corrispondenza della goccia. La buona notizia è che per lo meno ho ancora l'acqua calda, quella cattiva è che timbrerò certamente in rit

Full Plastic Jacket

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Come accennato in un post precedente , la nostra Ballerina Passione Avventura aveva organizzato una fantastica giornata per giocare a paintball nei boschi di Varese. Finalmente l'abbiamo fatto. La giornata è coperta, ma almeno non piove. Scopriamo con orrore, una volta arrivati a destinazione e a più di un'ora da casa, che a parte la pettorina imbottita e la maschera per proteggere il viso, non ci danno tute o simili per proteggere i vestiti. Per fortuna sono vestita di nero, almeno dovrei riuscire a minimizzare i danni. Ci viene comunque assicurato che la vernice è totalmente lavabile... Speriamo, intanto metto in salvo il piumino nuovo, preferisco piuttosto morire di freddo. Dopo la notizia che mi imbratterò di colore e che, non avendo portato un ricambio, sicura di ricevere una copertura sul posto, dovrò restare imbrattata finchè non torno a casa, nemmeno la firma della liberatoria può più turbarmi. La liberatoria viene letta da uno degli amici che fa l'avvocato, che ce

Higitus Figitus

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Due domeniche fa, mentre ero già in autostrada alla volta di Milano, reduce dal week-end di festeggiamenti della dottoressa Coscienza, mia madre tanto per mettere le mani avanti mi ha telefonato per prenotare la mia augusta persona per il week-end successivo (ovvero quello appena passato del primo novembre). Motivando tanta previdenza con: "Devi aiutarmi a scegliere i quadri da appendere e a decidere dove appenderli". Al che mi sono immaginata ferma in piedi, in mezzo al salotto, in posa plastica con una mano sul fianco, mentre do indicazioni gesticolando misuratamente con l'altra "Un po' più a destra... Ora inclinalo di 10°... Ora alzalo di 2 cm e mezzo... Ecco, perfetto così!". Insomma, un lavoro di tutto riposo. Con questa immagine nella mente ho detto "Ok, non c'è problema mamma". La realtà è stata drammaticamente diversa. Premettiamo che che avrei dovuto capirlo da sola che c'era la fregatura, visto che casa mia è una sorta di magazzin