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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Virgolette

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Sono saccente, lo ammetto e faccio autocritica. So anche che questo può essere fastidioso per chi mi circonda. Lo so, me ne rendo conto, ma è più forte di me; e sappiate, per la cronaca, che sono già migliorata nell'esercizio dell'autocontrollo. Ma ho delle attenuanti, non è colpa mia se sono cresciuta in una famiglia in cui: Mamma usa termini come "esiziale", "adombrarsi", e dice alla colf rumena che non parla quasi italiano "Riponga codesti piatti nell'acquaio" invece di "Metta questi piatti nel lavello", stupendosi poi che la poverina non capisca; Papà, più volte al giorno, cerca conferme e informazioni di ogni tipo sul vocabolario e/o sull'enciclopedia Treccani, e ha persino una preferenza in merito all'edizione; ci ha sempre vietato la semplificazione del congiuntivo in indicativo imperfetto in sua presenza e per tenergli testa bisogna essere in grado di citare almeno il dizionario

L'insostenibile pesantezza dell'essere

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Tanto da scrivere e così poco tempo! Da ben due settimane colleziono week-end memorabili con le amiche e aneddoti in gran copia ma non ho tempo di aggiornare il blog. Colpa del lavoro di giorno, e della pigrizia di sera. Per non restare troppo indietro mi toccherà riassumere gli avvenimenti salienti. Procedendo in rigoroso ordine temporale, due fine settimana fa c'è stata la mitica riunione delle quattro ragazze del trullo in quel di Roma. Il clima dispettoso mi ha portata a rimpiangere, incredibilmente, il tempo di Milano, però ci siamo divertite lo stesso, abbiamo visto anche l'amico Producer e abbiamo camminato instancabili come se ne andasse della nostra vita, salvo due-tre corse in taxi, aggiornandoci sulle rispettive vite sentimentali, guardando monumenti e negozi di scarpe con lo stesso entusiasmo. Insomma, cose da ragazze. Tirando le somme, ho potuto definire che i turisti fanno una vita infame, stancante da morire; che forse l'amore vero esiste; che i "m

Bilancio

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Fiat Lingotto 1925, ufficio contabilità, macchine calcolatrici,  Archivio fotografico FIAT. Ho condotto una vita piuttosto retta, ho cercato di fare, se non del bene, almeno il minor danno possibile agli altri nel mio percorso, pur cercando di vivere piacevolmente il tempo concessomi. Ho cercato di seguire le leggi universali del karma, gli insegnamenti della mia Tata, la regola aurea in tutte le sue forme ("non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te", ma anche "fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te"). Eppure devo aver sbagliato qualcosa. Infatti sono appena giunta a due conclusioni: L'inferno è un mondo di contabili, fatture e conti da far quadrare, in cui nessuno ha tempo di spiegarti nulla e chi ha tempo non ha le risposte che cerchi. Sono morta a un certo punto della mia vita, non me ne sono accorta. E naturalmente mi trovo nell'inferno fatto di contabili, fatture e conti da far quadrare. Ora, guardo