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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

Divisione e comunione

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Domenica di fine giugno. Stravaccata sul divano, concentrata nel tentativo di percepire il minimo alito di vento che sfiorasse il mio corpo accaldato, con un occhio guardavo Sliding Doors in tv, con l'altro giocavo a carte sul telefonino. Gli amici: la Ballerina non aveva risposto al telefono, la Sfinge aveva risposto elencando una serie di disgrazie motoristico-lavorative che nemmeno Elizabeth Taylor... Invece, mentre ormai rassegnata a godermi la calura in solitudine stavo meditando di riempire la vasca e stare a mollo fino all'ora di andare a dormire, mi richiama la Ballerina. "Ciao, ho visto ora la tua chiamata perché avevo il telefono morto. Come va?" "Bene" "Che fai?" "Sto vedendo Sliding Doors" "Io sono a casa Chef&Sfinge, vieni?" "Ma mi fanno vedere Dr. House?" "Ne dubito, stiamo vedendo Argentina-Messico" "Vabbè, vengo, ma prima voglio vedere la fine del film". Alzarsi dal divano, lavar

Scappata di casa

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Non sono una persona invidiosa, però c'è una dote che ammiro e che vorrei davvero avere: la capacità di sembrare appena uscita dalle sapienti mani di un sarto, di un parrucchiere e di un truccatore anche se sto scendendo dal treno dopo sei ore di viaggio. Ci sono quelle persone, le vedo spesso in giro. Soprattutto nelle stazioni o negli aeroporti, situazioni in cui io sono sempre trafelata, stanca, sembro una scappata di casa e, soprattutto, sono vestita "da viaggio"; cioè, tradotto, con abiti comodi, per non dire trasandati, scarpe basse, solitamente quelle che sono comode come pantofole e altrettanto impresentabili, occhio spento se è mattina, occhio cerchiato di stanchezza e di trucco colato se è sera; e poi il trolley da una parte, la borsa in spalla, la giacca sul braccio, la pashmina che si attorciglia ai manici della borsa e rischia a ogni passo di strangolarmi e, quando devo passare i controlli all'aeroporto, mi costringe a contorsioni degne dei migliori ci

Umidità

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Forse intravvedo uno spiraglio di blu. Sono tre giorni che piove, sono tre giorni che bubbolo dal freddo, mi sento l'umido nelle ossa come gli anziani, forse sta crescendomi il muschio sul balcone, e sto seriamente meditando di ritirare fuori il piumone appena riposto. Anzi, penso proprio che lo farò. Stanotte ho passato la notte dell'Innominato, nonostante diversi strati di roba addosso non c'è stato verso di riuscire a scaldarmi. È da febbraio che aspetto il caldo, io odio il freddo, non ho già sofferto abbastanza per questo inverno gelido e nevoso? Riuscirò a non sentire freddo per più di 3 giorni di fila prima che, inesorabile, ritorni l'autunno? Ma basta lamentarsi, devo fare il solito resoconto del week-end appena volato via. Venerdì sera. Un altro compleanno, stavolta praticamente sotto casa. La fortunata era la Squit - di cui potete vedere una rara immagine; fortunata perché stranamente non pioveva e perché aveva 20 persone intorno accorse per festeggiarla. I

Pollyanna

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Oggi la giornata è iniziata in modo veramente schifoso. La prima e-mail - lavorativa - che ho aperto dopo aver acceso il pc, mentre fuori una nube nera incombeva bassa su di noi, riversando ettolitri d'acqua torrenziale, ma ha gettata in uno stato di nervosismo impotente misto a inc****tura e abbattimento. Dopo aver rosicato mezzo'ora però, aver tediato Mr. Big con la storia completa, aver scritto al mio capo cercandone le solidarietà, puntualmente ottenuta, mi sono sentita molto meglio, e ho iniziato a pensare che con un inizio così orribile, il resto della giornata non avrebbe potuto che migliorare; e così è stato, devo dire. Un mio amico mi prendeva sempre in giro per questa... Come definirla? Deviazione mentale? Insomma, questo modo che ho di trovare il lato positivo di ogni cosa. Pertanto mi ha diagnosticato la "Sindrome di Pollyanna". Fortunatamente per me è laureato in lingue e non in psicologia, visto che tale sindrome è altrimenti detta "ottimismo idiot

Co.Co. (COmpleanni COncomitanti)

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Sabato è stata una giornata campale, sia in senso stretto (eravamo in campagna), sia in senso figurato. Infatti, un secondo dopo aver entusiasticamente aderito all'invito della Gianduiotta, mi arriva altro invito dalla Bambola Cinese. Essendo la ricorrenza importante non potevo dire di no, ci tenevo a esserci... Per cui mi sono (CI siamo: anche la Bucaniera e l'Ingegnere) fatti due feste in un giorno. La giornata è iniziata con sveglia alle 9 (ebbene sì, di sabato, e se non sono prove di amicizia queste...) per prepararmi e correre a comprare un biglietto di auguri, e poi correre per essere alle 10.45 sotto casa Bucaniera. Risultato: attesa di 20 minuti che arrivassero tutti gli altri. Poco male, perché andare dalla Gianduiotta vale qualsiasi sacrificio: in primo luogo il posto è bellissimo, è una villa così come dovrebbe essere se non vivessimo in questi tempi di barbarie, il giardino è anche più magico perché non è così curato da risultare impersonale. Ma tutto questo non av

Que viva Mexico!

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La grande sera è arrivata e passata. Con questo non voglio girare il coltello nella piaga della mia cara sorellina, ma non posso non scriverne. Intanto per cominciare: sì, Dottoressa, lo so, è una vera ingiustizia; 9 persone e solo 2 erano fan del film. La Bucaniera lo aveva visto, ma non se lo ricordava. La buona notizia è che pare sia piaciuto a tutti. Potrebbero aver mentito, ma hanno mostrato un certo apprezzamento, persino una Sfinge palesemente omofobica e in stato semicomatoso. Ma procederei con ordine. Come fare quando tutte le tue amiche ti dicono che non si vogliono apparecchiare in tono con la serata? Per prima cosa, bisogna essere sicuri che ce ne sia almeno una che apprezzi le mascherate, al punto da coinvolgerne almeno un'altra, e il gioco è fatto. Fiduciosa nelle capacità di persuasione dell'Amazzone, e certa del suo apprezzamento per i travestimenti, nonostante tutto ho deciso di rischiare lo stupro e conciarmi in modo consono alla serata. Il che, in sostanza,

Pazzissime

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Sono esattamente 7 ore e 30 minuti che provo, a intervalli regolari, a chiamare un certo cinema. Solo oggi si può prenotare l'ingresso alla proiezione speciale di Priscilla - La regina del Deserto, che sarà domani; con tanto di animazione in sala.  Dipendendo da me la buona riuscita della serata di ben 10 persone, di cui uno è detto Supposta non casualmente, alle 8 di stamattina, appena acceso il mio telefono ho iniziato a telefonare. Inutile dire che non l'avrei presa così seriamente neppure se fosse stata una telefonata a un medico specialista per avere l'esito di un esame, né se da quella telefonata fosse dipeso  l'ottenimento del lavoro dei miei sogni. Primo tentativo: occupato. Secondo tentativo: occupato. Terzo tentativo: occupato. Quarto tentativo: oohoohoohooh attenzione! Libero... "Vai vai vai, rispondi..." Tuu-tu... Tuu-tu... "Daaaaai... Su che devo andare in ufficio..." " buongiorno ...." "Sì pronto, buong..." "

Almanacco del giorno prima

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Lo so, ho latitato. Purtroppo la fine del mese mi ha parecchio assorbita, e non ho potuto sfruttare la quantità di spunti che avevo raccolto. Colonna sonora per la lettura: qui . Riassumiamo. Venerdì: Lo scorso venerdì ci siamo goduti l'aperitivo in giardino alla Triennale, e per una volta in vita mia, evento più unico che raro, sono stata la prima a mettere in giro un pettegolezzo. Sì, non è una cosa di cui essere fieri, il pettegolezzo non è un'arte nobile, ma dato che di solito mi arrivano di quarta mano (almeno), avere uno scoop di prima mano è stata un'esperienza nuova e in quanto tale piuttosto stuzzicante. Comunque, la Triennale è proprio un bel posto dove stare all'aperitivo.  Unico neo, la musica un po' troppo alta. Sabato: Causa festeggiamento del compleanno materno mi sono persa una cena selvaggia iperdivertente e casinista. Almeno, dai racconti e dalle foto sembra così. Non penso sia un complotto per farmi rosicare... Comunque, mentre io ero a Parma