Brutte sorprese - parte 2
Le vacanze sono
finite. E già questa, di per sè, è una notizia che rovinerebbe la giornata a
chiunque.
Se poi le vacanze
sono state belle, divertenti, rilassanti, al di là di ogni più rosea
aspettativa, il risultato è che mi ritrovo a sospirare, guardare nel vuoto, e
immaginarmi su una spiaggia con una bottiglia di birra in mano e un bel libro.
Sono andata di nuovo in Puglia, vicino a Polignano, e dieci giorni non sono bastati per vedere tutti gli amici e tutti i posti. Mia sorella è rimasta incantata dai luoghi e dalla gentilezza diffusa delle persone. Dopo essere stata sia sul Gargano, sia in Salento, mi ha detto che quella zona compresa tra Bari e Ostuni è quella che le è piaciuta di più.
Dopo dieci giorni di mare, sole, cene di pesce e una mega festa divertentissima organizzata e animata dall'impareggiabile Amazzone; dopo dieci giorni durante i quali abbiamo anche trovato il tempo di andare a visitare Matera, le grotte di Castellana, Alberobello, Cisternino (dove abbiamo mangiato le mitiche bombette!), durante i quali abbiamo fatto fatica a trovare il tempo di andare in spiaggia subissati come eravamo dall'ospitalità squisita degli amici del posto; dopo aver anche fatto tappa nel feudo paterno, tanto per non farci mancare nulla, eccoci di ritorno nella rovente Pianura Padana.
Per prima cosa
lasciate che io mi lamenti del tempo: allora, hai fatto fresco fino ad adesso.
Potevi deciderti a sparare le utlime cartucce di afa diciamo la scorsa
settimana, o quella ancora prima, che almeno io stavo al mare, in un hotel
dotato di aria condizionata? Non ti basta il tormento che mi dà il tornare al
lavoro? Perché vuoi punirmi con notti di umidiccia insonnia? Che ho fatto di
male?
Seconda lamentela.
Mi hanno montato la
porta nuova, blindata, bellissima. Manca ancora la maniglia e il buco che la
ospiterà permette a chiunque di guardarmi dentro casa, ma insomma, quello è il
meno.
Mi aspettavo la
polvere, giuro, e sono grata del fatto che siano riusciti a metterla su benché
fosse agosto. Quello che non mi aspettavo è che avessero ingaggiato Scemo &
Più Scemo per montarla; torno a Milano, apro la porta nuova fiammante e:
- Trovo il citofono staccato dal muro e penzolante (che, oltre a sbattere contro la porta quando la apro e la chiudo, mi rende disagevole accendere la luce);
- Trovo calcinacci di varia natura, che non avrei dovuto buttare io;
- Trovo una bella manata nera sul mio prezioso divano bianco;
- Trovo tutti gli attrezzi dei muratori abbandonati lì a terra (dove dovrei metterli? Ma soprattutto, perché C***o non ve li siete portati via?);
Ma soprattutto, la
cosa che più di tutte le precedenti mi ha mandato in bestia, conducendomi
sull'orlo del pianto nervoso è: mi hanno fottuto il mio secchio del mocio,
nuovo di pacca, usato una volta. Ho dovuto lavare a terra usando il lavello
come secchio e le mie manine delicate come strizzatore.
Grazie, veramente,
per avermi montato la porta in pieno agosto. Il mio cuore è pieno di
riconoscenza.
Ma sarà meglio che
non vi facciate vedere da me se venite a fare qualche altro lavoro, se no vi
sputo in un occhio e vi copro di insulti.
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