L'insostenibile pesantezza dell'essere
Tanto da scrivere e così poco tempo! Da ben due settimane colleziono week-end memorabili con le amiche e aneddoti in gran copia ma non ho tempo di aggiornare il blog. Colpa del lavoro di giorno, e della pigrizia di sera.
Per non restare troppo indietro mi toccherà riassumere gli avvenimenti salienti.
Procedendo in rigoroso ordine temporale, due fine settimana fa c'è stata la mitica riunione delle quattro ragazze del trullo in quel di Roma. Il clima dispettoso mi ha portata a rimpiangere, incredibilmente, il tempo di Milano, però ci siamo divertite lo stesso, abbiamo visto anche l'amico Producer e abbiamo camminato instancabili come se ne andasse della nostra vita, salvo due-tre corse in taxi, aggiornandoci sulle rispettive vite sentimentali, guardando monumenti e negozi di scarpe con lo stesso entusiasmo. Insomma, cose da ragazze.
Tirando le somme, ho potuto definire che i turisti fanno una vita infame, stancante da morire; che forse l'amore vero esiste; che i "mozzarella-bar", specie se in zone centrali quali, per dire, Campo dei Fiori, tendono a raggirare gli incauti avventori; che i tassinari romani sono un dono del Signore. Quanto a quest'ultima affermazione, è vera sia nel senso che in certi momenti avrei potuto sedermi a terra e, causa spossatezza, aspettare solo la morte per inedia, se un provvidenziale tassinaro non mi avesse riportata a casa, sia perché sono di una simpatia inarrivabile. Il primo premio va senz'altro a quello che ci ha portate a Fiumicino, un meraviglioso romano 65enne che ci ha intrattenute per tutto il viaggio con dissertazioni filosofiche sulla vita e sui giovani e soprattutto raccontandoci con dovizia di dettagli di suo figlio: "Aho', a raccontallo nun ce se crede, pare che capitano tutte a mi' fijo". Figlio che è il protagonista di uno spot meraviglioso della birra Corona.
Insomma, è stata una bellissima gita. Il lato negativo è che il fine settimana per sua stessa natura è breve, e i postumi della stanchezza sono stati alquanto pesanti da smaltire: per esempio martedì scorso, dopo aver cenato con Sfinge, mi sono messa sul divano alle 11.30 dicendomi "Solo 5 minuti e poi vado a nanna". A quel punto ho perso i sensi e mi sono riavuta solo alle 2.20 di notte.
Altro giro, altra corsa: venerdì scorso ho avuto una riunione di lavoro a Londra, e naturalmente ho sfruttato l'occasione per rimanere il week-end facendomi ospitare dall'amica Pubblicitaria, ormai londinese d'adozione. Siccome il clima si è rovesciato, incredibilmente mentre qui nel "Paese del Sole" già pioveva a catinelle, lì nella perfida Albione il tempo ha retto fino a domenica.
Il venerdì sera mi hanno portata a cena a Covent Garden e poi siamo andati a sentire il jazz da Ronnie Scott, ed è stato veramente bellissimo e divertente. Tranne quel quarto d'ora, verso l'una di notte, in cui ho rischiato di svenire dalla stanchezza, nonostante i circa 200 caffè ingurgitati durante la giornata. Il sabato, con un bel sole ad accompagnarci, abbiamo fatto un lungo giro in cui ho visto talmente tante cose che mi è impossibile elencarle tutte: dal Borough Market ci siamo fatte tutta la sponda sud, per poi dirigerci nella zona di Chelsea. Ho pranzato a base di Guinness, sausages and mashed in un pub pieno di vecchietti che guardavano il Sei Nazioni. Italia contro Francia, e abbiamo vinto! L'amico A. mi ha già chiesto se posso tornare in quel pub per la prossima partita, vedrò quello che posso fare. Poi abbiamo visto una mostra fotografica dal tema "Italian style on silver screen", organizzata per la Peroni. Molto bella. Infine aperitivo al pub, sempre sulla riva del Tamigi, e cena al cinese in piena China Town.
Adoro Londra!
Anche la gita inglese mi ha portata a tirare un paio di conclusioni: a Londra trovo piacevole perfino usare i mezzi pubblici; non imparerò mai a guardare dalla parte giusta quando attraverso la strada; i tassisti londinesi sono gentili e disponibili, ma quelli romani sono mille volte meglio.
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Per non restare troppo indietro mi toccherà riassumere gli avvenimenti salienti.
Procedendo in rigoroso ordine temporale, due fine settimana fa c'è stata la mitica riunione delle quattro ragazze del trullo in quel di Roma. Il clima dispettoso mi ha portata a rimpiangere, incredibilmente, il tempo di Milano, però ci siamo divertite lo stesso, abbiamo visto anche l'amico Producer e abbiamo camminato instancabili come se ne andasse della nostra vita, salvo due-tre corse in taxi, aggiornandoci sulle rispettive vite sentimentali, guardando monumenti e negozi di scarpe con lo stesso entusiasmo. Insomma, cose da ragazze.
Tirando le somme, ho potuto definire che i turisti fanno una vita infame, stancante da morire; che forse l'amore vero esiste; che i "mozzarella-bar", specie se in zone centrali quali, per dire, Campo dei Fiori, tendono a raggirare gli incauti avventori; che i tassinari romani sono un dono del Signore. Quanto a quest'ultima affermazione, è vera sia nel senso che in certi momenti avrei potuto sedermi a terra e, causa spossatezza, aspettare solo la morte per inedia, se un provvidenziale tassinaro non mi avesse riportata a casa, sia perché sono di una simpatia inarrivabile. Il primo premio va senz'altro a quello che ci ha portate a Fiumicino, un meraviglioso romano 65enne che ci ha intrattenute per tutto il viaggio con dissertazioni filosofiche sulla vita e sui giovani e soprattutto raccontandoci con dovizia di dettagli di suo figlio: "Aho', a raccontallo nun ce se crede, pare che capitano tutte a mi' fijo". Figlio che è il protagonista di uno spot meraviglioso della birra Corona.
Insomma, è stata una bellissima gita. Il lato negativo è che il fine settimana per sua stessa natura è breve, e i postumi della stanchezza sono stati alquanto pesanti da smaltire: per esempio martedì scorso, dopo aver cenato con Sfinge, mi sono messa sul divano alle 11.30 dicendomi "Solo 5 minuti e poi vado a nanna". A quel punto ho perso i sensi e mi sono riavuta solo alle 2.20 di notte.
Altro giro, altra corsa: venerdì scorso ho avuto una riunione di lavoro a Londra, e naturalmente ho sfruttato l'occasione per rimanere il week-end facendomi ospitare dall'amica Pubblicitaria, ormai londinese d'adozione. Siccome il clima si è rovesciato, incredibilmente mentre qui nel "Paese del Sole" già pioveva a catinelle, lì nella perfida Albione il tempo ha retto fino a domenica.
Il venerdì sera mi hanno portata a cena a Covent Garden e poi siamo andati a sentire il jazz da Ronnie Scott, ed è stato veramente bellissimo e divertente. Tranne quel quarto d'ora, verso l'una di notte, in cui ho rischiato di svenire dalla stanchezza, nonostante i circa 200 caffè ingurgitati durante la giornata. Il sabato, con un bel sole ad accompagnarci, abbiamo fatto un lungo giro in cui ho visto talmente tante cose che mi è impossibile elencarle tutte: dal Borough Market ci siamo fatte tutta la sponda sud, per poi dirigerci nella zona di Chelsea. Ho pranzato a base di Guinness, sausages and mashed in un pub pieno di vecchietti che guardavano il Sei Nazioni. Italia contro Francia, e abbiamo vinto! L'amico A. mi ha già chiesto se posso tornare in quel pub per la prossima partita, vedrò quello che posso fare. Poi abbiamo visto una mostra fotografica dal tema "Italian style on silver screen", organizzata per la Peroni. Molto bella. Infine aperitivo al pub, sempre sulla riva del Tamigi, e cena al cinese in piena China Town.
Adoro Londra!
Anche la gita inglese mi ha portata a tirare un paio di conclusioni: a Londra trovo piacevole perfino usare i mezzi pubblici; non imparerò mai a guardare dalla parte giusta quando attraverso la strada; i tassisti londinesi sono gentili e disponibili, ma quelli romani sono mille volte meglio.
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