De Amicitia (et De Amicis - quello di "Cuore")
Sabato la mia amica Turbogirl si sposa.
Convola a giuste nozze, si fa mettere definitivamente il cappio al collo.
Tornate da Roma, Coscienza ed io ci siamo precipitate a Genova per il suo addio al nubilato, e, tralasciando momentaneamente le conseguenze nefaste sul nostro stato fisico e mentale di questo tour-de-force, non riesco a smettere di essere emozionata e a tratti incredula.
Mi sembra una cosa strana, perché crescendo insieme dalla prima elementare io vedo sia lei che me stessa poco diverse dalle bambine con la cartella di Barbie e il grembiule bianco che eravamo allora. Invece evidentemente siamo cresciute, visto che si sposa, e che io sarò seduta poco dietro di lei, al posto dei testimoni, con il Maestro suo fratello.
Proprio come alle elementari, in effetti, quando lei, più piccolina, veniva sempre messa in prima fila, e il Maestro ed io dietro, insieme ai più alti. Il risultato è che siamo riuscite ad essere compagne di banco solo in prima e seconda, perché il nostro mitico e indimenticato maestro Ch. disponeva la classe in base alle amicizie e non in base al più razionale metodo dell'altezza applicato poi dalla nuova maestra Silvana.
Al maestro Ch. dobbiamo la nostra indissolubile amicizia.
Ricordo il primo giorno di scuola (scuola E. De Amicis) come se fosse successo l'altro ieri, ricordo esattamente l'odore dell'edificio, ricordo che stranamente io non ero agitata e non ero preoccupata per il distacco anche se era la prima volta che mi avventuravo fuori dal nucleo familiare. Direi che il sentimento prevalente era di curiosità, e soprattutto volevo imparare a leggere e a scrivere.
Ci avevano radunati tutti nella palestra della scuola, bambini e genitori, la direttrice fece un discorsetto che io non ascoltai, mentre mi guardavo in giro. Notai subito quella bambina con i capelli biondi e lunghissimi, che aveva la cartella blu di Barbie. La mia era bianca e rosa, e credo fossimo le uniche in tutta la scuola ad averle. Anni dopo, mi disse che anche lei mi aveva notata per lo stesso motivo; quindi un doveroso ringraziamento va anche alla nostra bambola preferita.
Comunque, i genitori ci accompagnarono in classe e poi se ne andarono, e non so perché ma mi sembrò perfettamente naturale che quella bambina con la cartella di Barbie fosse nella mia stessa classe; ricordo Elisa, successivamente mia rivale in amore, che piangeva come una fontana e non voleva lasciare andare sua mamma e ricordo che lo trovai un comportamento imbarazzante per una della nostra età; io finii vicino a un'altra bambina e cercai di vincere la timidezza e socializzare. Mi piaceva la scuola, fin lì.
Poi venne l'intervallo, e il maestro ci disse di metterci in fila per due per andare in bagno. Io davo per scontato di mettermi in fila con la mia compagna di banco, ma lei, traditrice, banderuola, fedifraga, si mise con un'altra bambina e io rimasi sola. Allora il maestro mi prese e mi fece mettere in fila con Turbogirl, e da allora siamo state più o meno inseparabili. Lei fu la prima a darmi il diminutivo che ancora oggi tutti usano, perché il mio nome era troppo lungo. Abbiamo fatto tutto insieme tutte le scuole, le lezioni di danza, di piano, il conservatorio, il liceo. Se lei non era a casa mia, io ero a casa sua. Quando c'è stato l'alluvione nel '94 abbiamo passato una settimana in pigiama, insieme 24 ore su 24 a giocare con il vecchio Commodore 64, a scrivere sui rispettivi diari, a raccontarci le cotte più o meno segrete. Mi vergogno un po' a dirlo, visto il disastro che ci circondava, ma è stato uno dei periodi più felici della mia vita.
In definitiva, sono stata fortunata. Io volevo solo che mi insegnassero a leggere, e invece mi sono ritrovata una sorella aggiuntiva in omaggio, con tutta la famiglia.
E, onestamente, non trovo imbarazzante che ci siamo conosciute perchè dovevamo andare in bagno a fare la pipì insieme. In fondo si sa che gli amici si vedono nel momento del bisogno.
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Commenti
@Silvia: come forse si sarà capito anche io! E anche tu sei sempre nel mio cuore, amichina mia! (Per la cronaca: la fedifraga era Marika, che si mise in fila con Cinzia. In effetti non credo che la mia amicizia con lei sarebbe durata molto di più, comunque... :))
e le lacrimucce di nostalgia per quello che anche per me è stato il periodo più bello della mia vita.
la palestra. sai che io mi ricordo perfettamente l'odore che aveva la palestra della de amicis?
ogni tanto mi sogno quella parte dove noi andavamo a far einglese, quella che era un pò vuota e buia. non so se ricordi. al secondo piano in fondo.
devo concentrarmi e produrre anche io un post.
auguri silviaaaaa
mi ricordo che faceva paura perchè non c'erano le aulee piene in quella zona e poi era tutto grigio faceva freddo.
sarei curiosa di sapere cosa c'è ora.
mi ricordo quando io e tua sorella facevamo parte delle ragazze ponpon della squadra di basket.
io ero mi sa la E di De Amicis. Lei la D. MA solo perchè eravamo le più basse -_-
con i ponpon fatti di cartapesta gialli e verdi. e i ciclisti blu.