Festa fatta, capo ha

Come sempre non farò propositi per il nuovo anno, se non quello di cercare di essere di un umore migliore rispetto all'ultima settimana (rientro al lavoro a dir poco devastante).
Né farò bilanci dell'anno passato, non posso lamentarmi più di tanto ma nel complesso è stato un anno anonimo, senza infamia e senza lode. Parlo a livello individuale, naturalmente, visto che a livello politico-economico è stato un continuo stravolgimento, che per ora non riesco a vedere in senso positivo. Anzi. Questa situazione stagnante mi costringe a restare bloccata dove sono; nel frattempo risate sataniche arrivano dall'open space e mi domando dove le colleghe intendano sistemare il calderone per il sabba.

Mio Dio, è il 2012. Potrebbe essere, secondo gli scienziati di altissimo livello intervistati da Voyager, o l'ultimo anno di vita della Terra o l'anno che segnerà l'inizio dell'era dell'Acquario di cui cantavano i 5th Dimensions. Personalmente spero la seconda, visto che avrò appena finito di pagare le rate della macchina e mi scoccerebbe un po' non potermene godere la piena proprietà.

Le mie feste sono iniziate con il rientro a casa il 23 sera, il barista sotto casa che mi faceva carinamente notare che sembravo uno zombie mentre mi augurava buone feste.
Dirigendomi alle 9 di sera verso l'autostrada, venivo casualmente a sapere che la povera Coscienza vomitava in perfetto stile Esorcista da due giorni; da notare che venivo a saperlo avendo chiamato la diretta interessata, perché entrambi i nostri augusti genitori si sono ben guardati dall'informarmene.
Sta di fatto che la mattina del 24 mi svegliavo con l'ansia che non venisse a casa per Natale. Invece benché pallida e deboluccia, si è messa in macchina con il Dottor R., il quale l'ha poi anche egregiamente sostituita nella tipica maratona di shopping natalizio della Vigilia.

Il virus naturalmente nel giro di un paio di giorni si è fatto strada anche nel mio, di organismo, ma con effetti meno devastanti. Anzi, con effetti positivi: pur avendo trasformato me in una larva umana, ha trasformato al contempo mia sorella in una cameriera vittoriana pronta a farmi la valigia per Capodanno, mentre io le davo istruzioni dal mio letto di dolore; e in un autista che nemmeno Ambrogio che mi conduceva senza problemi verso la meta prescelta, dove i nostri amici già ci attendevano: una dotatissima cascina sulle colline di Montecatini, con un panorama eccezionale, sauna e idromassaggio, tv gigante, playstation, e qualunque altra comodità resa disponibile dalla tecnologia; ma soprattutto l'oggetto che ha dato una svolta alla vacanza: il biliardino da 6.

La sera del 31 mi sono resa conto che il momento 3, 2, 1 BUON ANNO mi imbarazza. Forse perché avrebbe più senso festeggiare l'anno che se ne va, ché almeno sappiamo cosa ci ha dato - o tolto; buon viaggio, Duemilaundici, addio e arrivederci a mai più.

L'anno entrante ancora non ha dimostrato di meritare il mio entusiasmo, quindi mi ritrovo a mormorare il conto alla rovescia timidamente, cercando di non farmi notare, tenendomi un po' in disparte. Praticamente festeggio in play-back. Non che gli auguri ai miei amici non siano sinceri, ma è come se ci credessi poco io per prima. Spero, naturalmente, di venire smentita, visto che sono almeno 6 anni che Paolo Fox prevede grandi rivoluzioni, prevede il grande botto, ma poi niente accade e tutto si riduce alla solita routine, a un lavoro mediamente noioso e poco retribuito, e a una gran voglia di arrivare in fretta all'età della pensione onde potermi finalmente comprare un gatto.

Magari quest'anno è quello buono in cui ci ha beccato.

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