Aida Aida parea dicesse

Domenica con le amiche (e un amico) siamo andate a Verona a vedere l'Aida all'Arena.
Sono partita da casa con mia sorella (tuttora innominata) e la Psicologa, dotate di binocoli, cuscini, cuscinetti, copertine, maglie e maglioncini. Qualcuno ci aveva detto che rischiavamo il congelamento.
Tappa a Milano per caricare in auto la Ballerina e relativi bagagli, e via verso il Veneto.
Giunte in tutta tranquillità a Verona, ci siamo dirette verso la stazione per raccogliere anche una splendida Cicci in versione futura mamma, che arrivava in treno da Venezia.
Raggiungere la stazione non è stata impresa da poco, avendo sbagliato strada due volte ed essendoci ritrovate in una viabilità a dir poco illogica, ma per fortuna ce la siamo cavata.
Dopo aver ritirato i biglietti, rigorosamente i più economici, siamo finalmente andate all'hotel. Un'oretta di riposo, vestizione e trucco e ci siamo dirette verso il centro. Dopo uno spuntino ci siamo fiondate a prendere i posti, che essendo rigorosamente economici erano anche rigorosamente non numerati. Ci siamo ritrovate sedute su gradoni intrappolate tra le gambe delle persone dietro a noi e le schiene di quelli davanti a noi (che, tanto per la cronaca, facevano parte di un gruppo venuto in pullman dalla nostra stessa città). Dopo la prima ora di attesa siamo state raggiunte dalla coppia dell'anno, Cìcì e Cieffe, e di lì a poco, finalmente, è iniziato lo spettacolo. E non mi riferisco a Cìcì e Cieffe che limonavano, ma proprio l'opera.
Aida è una di quelle opere adatte agli scenari grandiosi come quello dell'Arena; peccato che l'Arena non sia nata come teatro, quindi l'acustica non era il massimo e devo ammettere che la cosa mi ha un po' delusa, ma visivamente è stato notevole. Peccato anche per la scomodità dei posti, che hanno però l'indubbio vantaggio di impedire di addormentarsi. Comunque in generale sono stati soldi ben spesi.
Dopo l'opera siamo andati a cena in un ristorante molto buono, con camerieri ben addestrati, sufficientemente sussiegosi e nemmeno eccessivamente caro. Poi, finalmente, il letto e il meritato riposo.
Il giorno dopo, ristorati da almeno 5 ore di sonno e da una abbondante colazione, ci siamo separati dalla mia Cicci e abbiamo iniziato il tipico tour de force in giro per la città. Molto bella. Non l'avevo mai visitata bene, c'ero sempre stata solo di passaggio. Alle 3 del pomeriggio, completamente spompati, abbiamo deciso, con grande sollievo di Cieffe, che potevamo anche saltare il classico giro in trenino e avviarci invece verso casa, dove ci attendeva una fantastica grigliata a casa del Serio Professionista.
Serata ottima, col padrone di casa in gran forma, come non lo vedevo da tempo, che ci ha deliziato sia con la carne da lui cucinata (ed è stato inaspettatamente bravo) e con vari aneddoti divertenti.
Serata lunga, finita alle 2 passate.
Quindi spero di venire perdonata se non chiudo il post con una bella frase a effetto, una battuta o altro, ma la stanchezza mi ottunde le meningi.
Solo una cosa: la prossima volta posti numerati.

Commenti

Post popolari in questo blog

De Amicitia (et De Amicis - quello di "Cuore")

Oggi, 28 Ottobre

L'uomo attrezzo