Trullallero trullallà

Segue da qui.

Domenica 15 - giorno 5
Ferragosto.
Mi alzo e trovo Mr. Wonderful ad apparecchiare la tavola del giardino per la colazione allineando le tazze con precisione millimetrica, il caffè è già sul fuoco, la giornata è bellissima, con il vento che scuote le piante del giardino e il sole che viene filtrato dalle tende bianche. Ho ancora sonno, ma l'insieme è talmente bello che assume le sfumature del sogno. E, come il sogno, è già contornato da un alone di rimpianto.
Il Boss, persona assai previdente alla quale deve andare tutta la nostra riconoscenza, immaginando l'affollamento del Ferragosto, aveva fermato dei lettini in uno stabilimento. Che sarebbero stati tenuti fino alle 11. Con la flemma propria delle vacanze iniziamo già ad avere almeno un'ora di ritardo, ci presentiamo a mezzogiorno alla spiaggia e scopriamo che purtroppo il bagnino non aveva comunicato la nostra prenotazione alla cassa. Il che alla fine è stato un bene, perché sentendosi in colpa ci sistemano i nostri bei 22 (ventidue!!) lettini nell'unico lembo di scoglio disponibile.
Il posto bello, il bar a un passo, le docce, il mare freddo ma meraviglioso. C'è pure la musica dal vivo, e pure un tronista con un sacco di tatuaggi e un petto che l'Amazzone ha così definito: "da spalmarci la coppa del nonno e poi leccarla".
La giornata passa in pigrizia tra una focaccia coi pomodorini, una granita all'anguria color evidenziatore, e tanti tanti tanti gavettoni.
Il Boss ha prenotato aperitivo a base di pesce crudo e vino bianco in un posto sulla passeggiata, mentre gli altri si avviano io mi dedico alla ricerca spasmodica di un bancomat, che non trovo. La Ballerina, vedendomi tornare scornata dopo aver percorso tutto il paese come una mosca impazzita, mi comunica che il mio colorito ha improvvisamente assunto una bella tonalità grigia. Niente che un paio di bicchieri e del pesce crudo che si scioglie sulla lingua tanto è buono non possano far migliorare.
Rinfrancata e un po' alticcia, sono pronta alla cena già prenotata e organizzata dal fantastico Boss. Cena che si svolge in un posto in riva al mare, un po' alla buona, chiamato Ricciolandia, e non credo servano spiegazioni.
La quantità di persone e una certa diversità di opinioni su alcuni punti fanno emergere un paio di discussioni, ma nel complesso nulla di grave. Il pesce era buonissimo, i moscardini fritti paradisiaci.
Per smaltire un po' l'abbondante, cena, mi allontano un pochino e chiamo i miei amici lontani che si trovano all'Elba. Il racconto del clima autunnale che si trova sopra la linea Gotica mi fa egoisticamente gioire ancora di più di aver colto l'opportunità di scendere più a Sud. E i quarti meridionali nel mio sangue fanno la ola.
Dopo cena la Guida ci propone gita nel paese vicino al nostro trullo dove, mi assicura, c'è anche un bancomat. Per fortuna, perché ho già iniziato a collezionare una bella quantità di debiti.
Il paese è molto più carino di come me lo aspettavo, pieno di vita e pieno di gente. Riesco a fare il bancomat e a comprare le sigarette, e già questo mi rasserena esponenzialmente. In più la Guida ci conduce in un locale che se ne sta aggrappato sulla parete di roccia, con meravigliosa vista sulla vallata sottostante. Ci accasciamo sul prato con i nostri bicchieri in mano, e ci gustiamo lo spettacolo della natura e lo spettacolo della Sfinge che, con la faccia di bronzo tipica di quando è un po' ciucco, si è presentato a una ragazza il cui accompagnatore si era assentato un attimo per andare in bagno. Diretto, senza preamboli: "scusa ma sei fidanzata? Posso sedermi? Io sono Sfinge, piacere". Noi tutti, seduti a semicerchio tutto intorno, ci gustiamo divertitissimi la scena, mancano solo i pop corn. A un certo punto la Cubista risponde al telefono, parla qualche secondo, poi si alza e passa il telefono alla Sfinge: "Sfinge, senti un po', è tuo figlio… tu hai spento il telefono quindi ha chiamato sul mio". Risata generale. La ragazza è sempre più perplessa, perplessità che certo non si attenua quando torna il suo accompagnatore e la Sfinge ci fa amicizia come se fosse la cosa più naturale del mondo.
 Un angolo di Svezia in Puglia, praticamente.

Lunedì 16 - giorno 6
Quando mi sveglio non trovo il tavolo apparecchiato come mi sarei aspettata. Un po' delusa metto a fare una caffettiera, mi siedo e dopo che mi sono già abbondantemente nutrita di fette biscottate con la marmellata, si materializzano il Sarto e Mr. Wonderful con un vassoio di brioche e un sacchetto di pane fresco. Questi sono uomini meravigliosi, e fanculo la dieta, sono in ferie. Mentre le nostre papille gustative sono in festa, arriva l'Amazzone per fare il servizio fotografico al nostro trullo e anche qualche scatto a una Ballerina che si mostra particolarmente a proprio agio di fronte all'obiettivo.
All'alba dell'una arriviamo in spiaggia, ma va bene così. Il mare è mosso e i materassi del Pescatore sono l'ideale per cavalcare le onde. E planare sulla cervicale di ignare signore.
Per la sera è stata programmata una grigliata al nostro trullo. I miei capelli e il mio corpo tutto ringraziano, finalmente una doccia fatta come si deve, un po' di balsamo, un po' di olio di semi di lino. I miei compagni di avventure si stupiscono del volume della mia criniera leonina.
Caso vuole che sia anche il compleanno dell'eroe indomito delle grigliate, che armato di forchettone, pinza e cappello di paglia, passa la serata davanti al barbecue, non accettando cambi da nessuno.
Il Boss ha pensato a tutto, dall'illuminazione agli altoparlanti per la musica. Spritz, bruschette, carne, e poi mojito a go-go. Mr. Wonderful, deludendo schiere di suoi antenati, crolla addormentato prima di mezzanotte, e a nulla valgono gli sforzi congiunti della Cubista e della sottoscritta per cercare di ridestarlo. Inaudito. Qualche discussione col Sarto sul volume della musica, ma la serata è deliziosa, la torta alla frutta pure, e alle 4 del mattino, dopo aver riordinato un po' la casa, ci ritiriamo stanchi ma felici nei nostri appartamenti.

Martedì 17 - giorno 7
Sveglia libera, e ci voleva proprio, ma non riesco comunque a totalizzare più di 6 ore di sonno.
La meta della giornata è un'area naturalistica protetta dove il mare sarebbe eccezionale se solo il vento si placasse. Però bello lo stesso. Ho una delle mie crisi di autismo e mi rinchiudo in un piccolo mondo fatto di musica dell'iPod e un libro di Carofiglio in cui si indaga sulla scomparsa di una ragazza dopo un week-end ai trulli. Mi pareva una lettura appropriata.
Torniamo a casa e ci docciamo, spizzichiamo qualche tarallino, e ci dirigiamo verso la Città Bianca. È famosa per i sandali, oltre che per la sua bellezza. Lo so, avevo detto basta scarpe, ma non puoi andare a Ostuni e non prendere nemmeno un paio di sandali di cuoio, è un peccato mortale. Mangiucchiamo una bruschetta accompagnata da spritz in un locale carino con dei pouff scomodissimi, dove il Producer si esibisce n una perfetta imitazione di Fantozzi davanti al mega-direttore, poi importuniamo tre diversi passanti per farci fare una foto davanti a uno scorcio caratteristico. Tre incapaci. Per fortuna lo Chef ha la mano ferma e finalmente riusciamo ad avere una foto in cui non sembriamo quattro ectoplasmi.
Recuperiamo il Boss, la Guida, il Pescatore e la Mora che ci portano a vedere un locale davvero bello e poi al belvedere, dove due gruppi con chitarre bonghi e tamburelli si danno battaglia.
Recuperiamo faticosamente la macchina, e andiamo a dormire il breve sonno dei giusti.

Mercoledì 18 - giorno 8
Sveglia presto per andare sulla costa Ionica, nel tentativo di eludere il vento che ci tiene compagnia da quattro giorni. Mr. Wonderful tiene fede al suo nome e con la Piemontesina Bella va a comprare le brioche per la colazione e la focaccia per il pranzo.
Il viaggio dura circa un'ora, per raggiungere la spiaggia guadiamo la foce di un fiume in cui l'acqua è gelidamente piacevole. La spiaggia sembra caraibica, il mare anche, ha un colore turchese che pensavo si vedesse solo nelle foto delle riviste di viaggi ma non esistesse in realtà.
Abbiamo tutto, sembriamo ormai una famiglia calabrese in spiaggia. Nella borsa termica ci sono bottiglie d'acqua ghiacciate, birre e melone; abbiamo il pranzo, le riviste di gossip, una Sfinge in versione dj che ci fa la classifica pattona delle canzoni più ballate. E soprattutto abbiamo il Pescatore e lo Chef che battono i fondali per procacciarci i ricci di mare. Ecco. Spendiamo due parole sui ricci di mare. Sono buoni, ogni volta che li assaggerò in futuro mi ricorderò di questa vacanza, ma già so che neppure nel migliore ristorante di pesce i ricci potranno mai avere il sapore di quelli che abbiamo mangiato appena pescati. Una delizia, è come se qualcuno avesse distillato l'essenza del mare per poterla assaggiare sulla lingua.
Credo che questa sia stata la giornata più bella, e vorrei che ci fosse un modo che mi consentisse di vivere così sempre.
Siccome è già il quasi il tramonto e siamo lontani da casa, decidiamo di farci "due spaghetti veloci" in un posto sempre molto alla buona nelle vicinanze. I due spaghetti veloci si tramutano come per magia in una cena esagerata e buonissima, con alti tassi alcolici e soprattutto tanto di quel pesce che ce ne siamo portato un po' anche a casa. Il gestore ci ha proclamati miglior tavolo della serata. Lo credo.

Giovedì 19 - giorno 9
Di nuovo sveglia libera e colazione rilassata all'ombra del nostro pergolato, ore di sonno dormite comunque meno di 8, ci presentiamo in spiaggia all'alba delle 13. A ben vedere siamo la vergogna di Luciano Onder e di tutte le raccomandazioni sul prendere il sole prima delle 13 e dopo le 15. Non importa, nessuno si è scottato, siamo dotati di ricchi ombrelloni.
Il mare è sempre mosso, il sole picchia duro, e dopo un bagno piuttosto veloce decidiamo che un bel vassoio di frutta e magari un frullato non sono più rimandabili. Noi quattro sirene del trullo dei single riusciamo ad appropriarci di un ombrellone di foglie di palma e quattro sdraio "facendo brutto" a un ragazzino grassottello, prenotiamo i nostri vassoi di frutta, ci godiamo il via vai delle persone e le reazioni spropositate degli avventori all'apparire di una cantante tatuata con marito anziano e cagnolino al seguito. Notiamo con disappunto che, mentre per i comuni mortali l'attesa è dalla mezz'ora in su, a lei il pranzo arriva nel giro di 5 minuti. Vabbè, potenza della notorietà.
Finiamo la giornata e andiamo a prendere l'aperitivo su una terrazza panoramica, con un tramonto di tutte le sfumature del rosso sulla vallata sottostante che si intonava al rosso degli spritz e dei pomodorini sulle friselle.
La cena a casa prevedeva pomodori, bruschette, nodini e fior di latte freschi, una ricotta che aveva del paradisiaco e svariate altre qualità di formaggi procacciati dall'ottimo Pescatore. Di nuovo fanculo alla dieta. 

Commenti

Post popolari in questo blog

Confessione di un'amante delle Barbie

Un anno di lockdown

Lati negativi del trasporto pubblico