Venerdì 17

Va bene, è venerdì 17, e allora?

Sono vagamente superstiziosa, ma non credo alla maledizione del venerdì 17. Soprattutto perché io, di 17, ci sono nata, e mi rifiuto di pensare di essere nata con la sfiga addosso. Cioè, mi rifiuto di pensarlo costantemente.

Non ci credo, non voglio crederci, anche se oggi ero in ritardo prima ancora che la giornata iniziasse, anche se tutti gli incapaci alla guida erano sulla mia strada, anche se mentre passavo il badge nel lettore è scattato il minuto che mi farà apparire in ritardo nei tabulati delle presenze, anche se ho due occhiaie nere che sembro il Conte Dracula a digiuno da qualche mese, anche se piove e il cielo è grigio, e anche se ci sono le solite due cornacchie appollaiate sul palazzo di fronte che mi guardano con aria poco amichevole. Giuro che non è un'impressione.

In fondo, a parte le piccole cose di cui sopra, mi è andata bene su altre cose: si è messo a diluviare quando ero già in macchina - attenzione: non prima che ci salissi, nè dopo che ne sono scesa, e ditemi se già questo non è una specie di miracolo; si intravvede un vago spiraglio di azzurro tra una nuvola grigia e l'altra; le cornacchie non hanno defecato sulla mia macchina... almeno per il momento; ho ricevuto un'ottima notizia. Inoltre è venerdì, uno dei giorni più belli della settimana!

Ok, l'avrete capito. Sto cercando di autoconvincermi.

Patetico. 

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