Sfiga nera
Ovvero: le (dis)avventure della mia amica CìCì. Come premio di consolazione - so che non è molto - ho deciso di omaggiarti pubblicamente. Spero che ti faccia piacere.
Dopo aver passato tre giorni a casa da mia madre, tre giorni passati a spendere un botto di soldi e a farmi bucare e visitare da vari medici, sono tornata a Milano. Per andare al Bar Bianco, come già scritto, ma anche perché il giorno dopo sarebbe arrivata la mia amica CìCì, che mi ha chiesto ospitalità per una notte.
A parte il caldo assurdo, ci siamo fatte una bella cenetta, poi a casa presto perché lei aveva un treno all'alba. L'ho salutata alle 5.25 e mi sono rimessa beatamente a dormire.
Alle 13.30 poi mi chiama.
"Ciaooooo, allora, com'è andata? Tutto bene? Stai per tornare?"
"Nooooo, non sono nemmeno arrivata a destinazione!"
"Ma come?? - e, pensando ai suoi ritardi cronici - Ma hai perso il treno?"
"No, ero in stazione largamente in anticipo, siamo partiti in orario, ma dopo un'oretta il treno si ferma. Un guasto sulla linea. E siamo rimasti su quel maledetto treno completamente sigillato e senza aria condizionata per 3 ore, sotto il sole cocente, senza riuscire ad avere un'informazione coerente dall'equipaggio, che era formato da ragazzotti ignoranti e maleducati... Ora sono in coda alla biglietteria per farmi ridare i soldi. Poi posso venire da te?"
"Certo che sì! Ti aspetto"
Un paio d'ore dopo è arrivata, completamente distrutta, poverina.
Mi ha raccontato degli incontri esilaranti che ha avuto la fortuna di fare sul treno. Tipo una mezza matta che raccontava in giro senza alcun ritegno che stava andando a trovare il suo fidanzato.
"Sta a Roma?" "Sì, a Regina Coeli... Ma è innocente, l'hanno incastrato".
Mi ha detto della controllora giovane e soprattutto figa, che non era nemmeno in grado di parlare in modo professionale mentre faceva gli annunci al microfono. Abbiamo deciso che non era per il suo innato savoir faire che è stata assunta.
Mi ha detto del bigliettaio che dopo essere stato cafone all'inverosimile, le ha però ridato i soldi in contanti e sull'unghia. Io sostengo che, anche se lei ha cercato di mantenere la calma, dal suo sguardo trapelasse l'istinto omicida. Secondo me l'ha terrorizzato con una sola occhiata fiammeggiante, e anzi, onore al coraggio di quest'uomo, o alla sua pigrizia totale, che gli ha dato l'ardire di contraddirla.
Per fortuna abbiamo organizzato una bella cenetta, con Cieffe (il di lei consorte), la Bucaniera e fidanzato, Hornbraker, Sarto e Chef. Siamo stati bene, rinfrancati dall'aria condizionata che ci ha fatto dimenticare la calura insopportabile che ci aspettava fuori.
Abbiamo riso, scherzato, chiacchierato, mangiato bene e bevuto un pochino.
Dopo cena ci siamo separati, CìCì e Cieffe si sono diretti verso la macchina, Bucaniera e fidanzato verso casa, io mi sono aggregata ai rimanenti tre e ci siamo diretti al Bianco.
Appena entrati nel parco, mi chiama Cieffe.
Ha trovato la macchina aperta (non scassinata, per fortuna, ma aperta con un telecomando pirata che ruba il codice). Cassettino aperto e navigatore sparito; per lo meno non era proprio nuovo di pacca. Ma soprattutto hanno aperto anche la valigia della mia sfortunata amica, prendendole il beauty case con dentro tutti gli orecchini. Inclusi alcuni regalati. Incluso il nostro regalo per il compleanno.
Mi sono sentita morire. Io vorrei davvero vedere in faccia uno di questi tipi e riempirlo di mazzate prima di fare il mio dovere e chiamare la polizia. Anche perché se rivendendo quella roba fan su 100 euro sono fortunati, mentre il mio amico ora non può venire a trovarmi perché non si ricorda la strada. E la mia amica è stata defraudata di ricordi che avevano un valore affettivo più che reale.
Il fatto che sia successo a un passo da casa mia mi fa sentire anche in qualche modo responsabile.
Mi spiace tantissimo. Mi è spiaciuto soprattutto perché, come ha detto saggiamente la diretta interessata, è stata "la degna conclusione di una giornata di merda". Il Fato, o Karma, o Destino o Provvidenza che sia, poteva anche evitarselo, visto che era già stata provata dalla disavventura del treno e dell'appuntamento saltato.
E comunque alla faccia di chi dice che il 17 porta male: il tutto è accaduto il giorno 16.
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