Ricetta per non piangere a una cena d'addio






Su gentile richiesta della mia amica Muffin Woman Pat (che, almeno lei, lascia dei commenti ai miei post), autrice di un bellissimo blog (che potete leggere qui), voglio rendere pubblica la ricetta per non sembrare la fontana di Trevi durante una cena di addio. Credo possa funzionare anche in altre occasioni commuoventi, mutatis mutandis


Occorrente:

- 5 o 6 commensali più o meno dediti all'alcool e amanti delle occasioni conviviali;
- 1 stendino carico di bucato lavato;
- cena da 4 portate: antipasto, primo, secondo e dolce (assicurarsi di dover cucinare, in modo da avere una distrazione e anche un po' di intimità in cucina, il che consente di poter eventualmente versare qualche lacrima, inosservati);
- 1 amica propensa a parlare di attori bonazzi con un linguaggio da fare impallidire un camallo;
- 1 amica propensa a dare corda a questi discorsi e pronta a cogliere le metafore e a rincarare la dose;
- 1 amico in grado di suonare male qualche strumento, e che possibilmente abbia una seconda personalità più casinista della prima;
- 1 amico che parli poco ma che distribuisca perle di saggezza all'occorrenza;
- vino q. b. (dipende dal grado di alcolismo dei convitati);
- una fotocamera;
- una bottiglia di rhum che torna sempre utile.

Preparazione:

Per prima cosa, aprite una bottiglia di vino e iniziate a bere a stomaco vuoto. Intanto che aspettate gli altri beveraggi e gli antipasti che devono arrivare con una delle convitate, preparate gli ingredienti per la cena. Prendete tutti insieme in giro uno dei padroni di casa che ci mette 40 minuti per piegare il bucato, e non perchè sia preciso, ma perchè ha più abiti di voi. Intanto continuate a bere il vino a piccoli sorsi. Quando arriva l'antipasto mettete tutto a tavola e iniziate a mangiare. Intervallate con frequenti brindisi. Alzatevi ogni tanto per controllare l'acqua per la pasta; cercate di non distrarvi troppo ascoltando i vari "a Scamarcio gli farei questo e quest'altro" "ad Argentero gli farei anche di peggio" delle due amiche e magari controllate di averla salata a sufficienza...
Servite il primo e il secondo, continuando sempre a bere quanto basta.
Prima del dolce, consegnate alla festeggiata il regalo di addio, e assicuratevi che l'amico musicista si metta a suonare male (che non sia il suo strumento è FON-DA-MEN-TA-LE) uno strumento rumoroso (che sia rumoroso è essenziale) in modo da disturbare la commozione generale (la propria, in primo luogo) e far ridere tutti; nello stesso tempo, l'amico taciturno dovrà usare la psicologia inversa con la festeggiata: "Dài, ora però devi piangere; con quelli di ieri sera hai pianto, perché con noi no? guarda che ci offendiamo!" e cose simili. Sembra stupido, ma funziona e fa ridere.
Mentre mangiate il dessert in relax, smettete di innaffiare la ricetta con il vino e sostituitelo con il rhum; a quel punto prendete la fotocamera e iniziate a fare foto, possibilmente stupide. 
Passate il resto della serata a cazzeggiare come se fosse una serata qualunque fino al momento dei saluti.
Questa è la parte più ostica: il trucco è avere sempre almeno 3 altri amici che facciano soffoco e vi facciano ridere saltellando intorno a voi per controllare se state piangendo o meno, così, anche se la lacrimuccia preme, non si azzarderà a colare.

Lasciate riposare tutta la notte e avrete un fantastico argomento di cui scrivere.

Commenti

Anonimo ha detto…
Cara la mia donna oggetto (o forse è il contrario?), solo una nota su look del blog. molto personale e assolutamente non con intenti offensivi o denigratori. quello zoccolo sull'intestazione, con i fiori vicini sembra un po' una bara.. non so se l'effetto "camera ardente" sia voluto, ma non credo. nel caso fosse così, ottima scelta, il risultato è raggiunto.
sempre in attesa di un tuo gesto per ributtarmi tra le tue braccia,

Mr. Big

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